Gualtiero Marchesi The Great Italian, la storia inizia con Maurizio Gigola
Maurizio Gigola ” Il bello e il buono” – prima parte
Sono le 18,30 di un giovedì di primavera a Milano, guardo l’entrata del Teatro Alla Scalae nella memoria sento le note trionfali dell’Aida. Un ricordo indelebile di una notte di Sant’Ambrogio a Milano quando il Maestro Zeffirellirealizzò quell’opera monumentale; ero lì ad aspettare un Natale mentre nevicava. Oggi il mio appuntamento è con un altro grande Maestro : Gualtiero Marchesi.
Gualtiero Marchesi e il Marchesino
Sposto di poco lo sguardo a sinistra e vedo infatti il suo ultimo ristorante: Il Marchesino. Proprio lì al fianco del grande Teatro; un desiderato punto d’arrivo che ci riporta all’inizio della sua storia quando il giovane Gualtiero studiava con passione il pianoforte . Passione che si è poi trasformata in vero e proprio amore, amore per colei che gli insegnava il pianoforte e che a breve sarebbe diventata la sua adorata Antonietta, compagna di tutta la vita .
Le sue passioni
Entusiasmo e passione che in quel momento il Maestro ha cominciato ad indirizzare verso un’altro palcoscenico: la Cucina . O per meglio dire La Grande Cucina. Sono ancora in anticipo, magari faccio due passi in galleria, non voglio arrivare troppo presto. Se arrivo all’ora dell’aperitivo mi offrono sicuramente un assaggio mignon del suo mitico risotto giallo diventato poi il suo signature dish.
Il maestro Gualtiero Marchesi
Cammino in Galleria e vedo il Duomo all’orizzonte, osservo i turisti mentre mangiano, onnivori, cibo di varia natura ed origine. Rifletto su quanto il suo lavoro sia stato per la cucina come una spaccatura in un lago ghiacciato, un taglio in una tela monocroma. Un momento direi rivoluzionario dove è nata la prima vera visione di Grande Cucina Italiana internazionale superando i limiti e le barriere della nostra cucina regionale ma attingendo da essa i grandi valori della nostra tradizione: La Cucina Totale del Maestro Gualtiero Marchesi.
La cucina totale di Gualtiero Marchesi
Quello che rende la sua storia appassionante è proprio quanto questa sia impregnata di grandi momenti e personaggi è come se tutti a loro insaputa avessero contribuito ad una trasformazione, un’alchimia. Ognuno aggiungendo qualcosa, una nota musicale, una pennellata di colore, una citazione memorabile. Già perché la cucina totale del Maestro non si chiama Totale a caso, non è un semplice modo di dire ma è veramente una visione diversa del modo di mangiare, una nuova esperienza immersiva ed emotiva dove tutto ha un senso e i sensi sono tutto. Mentre procedo verso Piazza Mercanti osservo gli annunci dell’Expo rimasti nelle strade: parlano ancora e la grande conversazione attorno al cibo è sempre più viva . La voce di Milano sicuramente si è sentita nel mondo ed il cibo è stato un grande protagonista…..
La grande Milano
Ritorno col pensiero al Maestro , la sua idea di cucina si integra armoniosamente con la personalità di questa città dove arte , tradizione e cambiamento hanno sempre convissuto; da quando le derrate alimentari fresche viaggiando sull’acqua dei navigli hanno cambiato la Milano dei Visconti e degli Sforzae il loro modo di mangiare e di vivere e Ludovico il Moro commissionava la più nota rappresentazione, a memoria d’uomo , di una cena ad un certo Leonardo da Vinci. E’ qui che nasce Gualtiero, a Milano dentro una superba pentola di rame si dice, e da qui fa il giro del mondo prima per scoprire ed imparare, poi per sorprendere ed insegnare. Nasce nell’albergo dei suoi genitori : il Moderno in Porta Vittoriadi fronte al Verziere, un grande farmer’s market antesignano, impara i primissimi rudimenti della cucina ma poi va in Francia dove incontra i più grandi, Bocuse, Ducasse, i Troisgros.
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